La Torre al Parco di Vico Magistretti

A pochi passi dalla stazione Cadorna, a pochi metri dai binari, ma anche dalla Triennale e da Parco Sempione, la Torre al Parco, progettata da Vico Magistretti e Franco Longoni tra il 1953 e il 1956, si erge come una delle architetture alte residenziali più significative del secondo dopoguerra italiano. Questa icona dell’architettura residenziale milanese è alta 85 metri rappresenta un esempio significativo di come modernità e contesto urbano possano dialogare in armonia. 

Il contesto in cui venne progettata e costruita è quello del secondo dopoguerra e della scuola milanese. Quando Milano era in piena ricostruzione, e la domanda di nuovi spazi residenziali era in costante crescita. Magistretti e Longoni decisero di proporre una soluzione che rompesse con il tradizionale sviluppo in larghezza degli edifici residenziali, scegliendo invece di costruire in altezza. La Torre al Parco nasce da questa visione, con un progetto che occupa solo un terzo del lotto disponibile, lasciando ampi spazi verdi attorno all’edificio, in dialogo con il vicino Parco Sempione .

L’architettura della Torre al Parco

La torre si sviluppa su una pianta a “L”, con 21 piani fuori terra e 3 piani interrati per le autorimesse. Questa configurazione permette di massimizzare la vista verso il Parco Sempione e lo skyline della città. Il vano scala poligonale, posizionato nell’angolo interno della “L”, serve da fulcro per la distribuzione degli ambienti, con i soggiorni e le stanze principali che si affacciano sui due lati lunghi, garantendo luce naturale e vedute panoramiche.

La facciata della Torre al Parco è un esempio di come Magistretti utilizzasse la semplicità per ottenere risultati di grande espressività. Le facciate sono caratterizzate dall’alternanza di pieni e vuoti, con grandi balconi panoramici e logge incassate che creano un ritmo irregolare. I materiali utilizzati, come la graniglia di serizzo e granito in tonalità grigie, conferiscono all’edificio un aspetto sobrio e raffinato, in linea con la tradizione milanese.

Ogni piano della torre ospita due appartamenti di diversa dimensione, con nove o sei vani. Gli interni sono progettati per offrire flessibilità e personalizzazione, rispondendo alle esigenze di una borghesia milanese in cerca di abitazioni raffinate e su misura. La scelta di materiali pregiati, come il marmo e il parquet nelle zone notte, sottolinea l’attenzione al dettaglio e la qualità degli spazi abitativi.

Un progetto integrato che va oltre l’architettura

Vico Magistretti non si limitò a progettare l’edificio, ma disegnò anche molti dei dettagli interni, inclusi gli infissi e le maniglie delle porte, prodotte da Olivari appositamente per la torre. Questo approccio integrato riflette la volontà di creare un progetto unitario, dove ogni elemento, dal design degli interni alla struttura architettonica, contribuisce a un insieme armonico e coerente.

Ai tempi della sua costruzione, la Torre al Parco di Vico Magistretti rappresentò un punto di svolta nell’architettura residenziale italiana, grazie alla sua capacità di combinare modernità e rispetto per il contesto urbano. E ancora oggi viene ammirata come un eccellente esempio. 

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